simonetta bitasi
Simonetta Bitasi, nata nel 1966 a Mantova, si è laureata in Lettere Moderne a Bologna con Ezio Raimondi. Il suo lavoro è leggere e come lettore ambulante organizza gruppi di lettura e incontri dedicati ai libri in biblioteche, librerie, circoli culturali, bar e case private. E’ tra i collaboratori che hanno curato l’ultimo aggiornamento della Garzantina di Letteratura (2007). E’ consulente al programma del Festivaletteratura di Mantova dalla prima edizione. Realizza da molti anni progetti di promozione alla lettura per ragazzi e adulti.
http://www.lettoreambulante.it/
Che mestiere fai? In che cosa consiste?
Faccio il lettore per professione. Sono il tramite tra il libro stampato e il lettore. Una sorta di cupido che vuole far incontrare i lettori e i libri. Facendo in modo che i lettori abbiamo una vera scelta, e quindi possano conoscere e vedere una buona parte di quello che viene pubblicato anche dagli editori più piccoli o anche per titoli meno pubblicizzati.
Qual è la tua relazione con Il mondo della lettura e della letteratura giovanile?
E’ una relazione molto stretta. Conosco tutta la filiera del mondo della lettura e in particolare mi occupo dei fruitori finali, i lettori che sono i miei referenti privilegiati e con cui dialogo ogni giorno.
Ritengo poi gli adolescenti i lettori per eccellenza, i libri letti a quell’età hanno un’intensità molto forte e rimangono dentro di noi a lungo. La letteratura loro rivolta è di buona qualità anche se non è sempre facile orientarsi.
Pensi che i giovani leggano? Si /No? Perché?
Io incontro migliaia di giovani lettori quindi la risposta è sì i ragazzi leggono e molto, anche quando non lo ammettono.
Che cosa fai per promuovere la lettura tra i giovani?
Cerco di fare quello che dice Aidan Chambers in “Siamo quello che leggiamo” per far nascere e crescere un giovane lettore: proporre tanti libri, ospitarli in un bel posto, tipo la biblioteca e creare l’occasione per parlarne come per esempio un gruppo di lettura.
Potresti farci qualche esempio di buone pratiche di promozione della lettura giovanile?
Puoi indicarmi un referente un preciso?
Le buone pratiche sono le più semplici: leggere loro ad alta voce soprattutto a scuola e ascoltarli, conoscere le loro passioni e magari proporre un libro adeguato.
Rispetto alla promozione della lettura giovanile, di cosa senti la mancanza?
Sento la mancanza di una vera cultura della lettura. Sopratutto nelle istituzioni ci sono pochi lettori e poche persone che sanno davvero cosa significa leggere. Poi sento la mancanza di progettualità a lungo termine che vuole dire biblioteche accoglienti e ben fornite, la presenza della lettura a scuola ma non come obbligo, la presenza di un libro nella nostra quotidianità, una comunicazione che sottolinei il ruolo sociale del lettore.
Cose fatte bene ce ne sono per fortuna penso al festival maredilibri e anche se non amo citarmi, ma tanto non lo faccio solo io, il progetto europeo read on e poi l’impegno quotidiano di insegnanti, bibliotecari, operatori e anche giovani lettori per far incontrare libri e lettori.
http://www.lettoreambulante.it/
Che mestiere fai? In che cosa consiste?
Faccio il lettore per professione. Sono il tramite tra il libro stampato e il lettore. Una sorta di cupido che vuole far incontrare i lettori e i libri. Facendo in modo che i lettori abbiamo una vera scelta, e quindi possano conoscere e vedere una buona parte di quello che viene pubblicato anche dagli editori più piccoli o anche per titoli meno pubblicizzati.
Qual è la tua relazione con Il mondo della lettura e della letteratura giovanile?
E’ una relazione molto stretta. Conosco tutta la filiera del mondo della lettura e in particolare mi occupo dei fruitori finali, i lettori che sono i miei referenti privilegiati e con cui dialogo ogni giorno.
Ritengo poi gli adolescenti i lettori per eccellenza, i libri letti a quell’età hanno un’intensità molto forte e rimangono dentro di noi a lungo. La letteratura loro rivolta è di buona qualità anche se non è sempre facile orientarsi.
Pensi che i giovani leggano? Si /No? Perché?
Io incontro migliaia di giovani lettori quindi la risposta è sì i ragazzi leggono e molto, anche quando non lo ammettono.
Che cosa fai per promuovere la lettura tra i giovani?
Cerco di fare quello che dice Aidan Chambers in “Siamo quello che leggiamo” per far nascere e crescere un giovane lettore: proporre tanti libri, ospitarli in un bel posto, tipo la biblioteca e creare l’occasione per parlarne come per esempio un gruppo di lettura.
Potresti farci qualche esempio di buone pratiche di promozione della lettura giovanile?
Puoi indicarmi un referente un preciso?
Le buone pratiche sono le più semplici: leggere loro ad alta voce soprattutto a scuola e ascoltarli, conoscere le loro passioni e magari proporre un libro adeguato.
Rispetto alla promozione della lettura giovanile, di cosa senti la mancanza?
Sento la mancanza di una vera cultura della lettura. Sopratutto nelle istituzioni ci sono pochi lettori e poche persone che sanno davvero cosa significa leggere. Poi sento la mancanza di progettualità a lungo termine che vuole dire biblioteche accoglienti e ben fornite, la presenza della lettura a scuola ma non come obbligo, la presenza di un libro nella nostra quotidianità, una comunicazione che sottolinei il ruolo sociale del lettore.
Cose fatte bene ce ne sono per fortuna penso al festival maredilibri e anche se non amo citarmi, ma tanto non lo faccio solo io, il progetto europeo read on e poi l’impegno quotidiano di insegnanti, bibliotecari, operatori e anche giovani lettori per far incontrare libri e lettori.